In Lombardia esiste una ‘cupola’ della ‘ndrangheta, che si e’ infiltrata nel tessuto imprenditoriale e istituzionale. Lo ha messo in evidenza il dispositivo della sentenza del maxi processo “Infinito”: condannati 110 presunti affiliati alle cosche calabresi. Esiste dunque la ‘provincia’, struttura poi ramificata in 15 ‘locali’ (cosche) sparse tra Milano e i Comuni limitrofi. Gli imputati erano in totale 119 (39 sono ancora a processo con rito ordinario) e solo per 8, che non avevano contestata l’associazione mafiosa, e’ stata dichiarata l’assoluzione. Per uno l’estinzione del processo, perche’ deceduto. Sedici anni la pena piu’ alta inflitta ad Alessandro Manno, capo della ‘locale’ di Pioltello (20 anni era stata la richiesta). Dodici anni di condanna per Pasquale Zappia (si e’ sentito male dopo la lettura del dispositivo), che nel famoso vertice tra boss nel centro intitolato a Falcone e Borsellino dell’ottobre 2009 a Paderno Dugnano, anche filmato dalle telecamere degli investigatori, sostitui’ come ‘capo dei capi’ Pino Neri. Per quest’ultimo e’ in corso il processo con rito ordinario, come per l’ex direttore della Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco. Due i politici imputati nel maxi processo: l’ex sindaco di Borgarello (Pavia), Pasquale Valdes, condannato ad un anno e quattro mesi per turbativa d’asta, e l’ex assessore provinciale milanese Antonio Oliverio, che e’ stato assolto. Dall’indagine, oltre all’infiltrazione delle cosche nel mondo imprenditoriale, soprattutto nel settore edile e del movimento terra, sono emerse anche ”una serie di iniziative di carattere elettorale” da parte dei boss della ‘ndrangheta per entrare nel mondo politico. Tutto cio’ oltre ai classici metodi mafiosi: gli inquirenti hanno contato 130 incendi dolosi e 70 episodi di intimidazione. Cosimo Barranca, capo della ‘locale’ di Milano, e’ stato condannato a 14 anni, Pasquale Varca a 15 anni, Vincenzo Mandalari, capo di Bollate, a 14 anni, mentre Salvatore Strangio, che secondo l’accusa aveva in mano la Perego Strade, e’ stato condannato a 12 anni. Un solo imputato e’ stato scarcerato e la pena piu’ bassa e’ stata di 4 mesi. Per la Regione Lombardia e per diversi Comuni, tra cui quello di Bollate, che si erano costituiti parti civili, e’ stato riconosciuto il risarcimento che dovra’ essere quantificato in sede civile. Quando il gup ha terminato di leggere la lunga sentenza, dalle gabbie sono partiti urla ed insulti, con alcuni imputati che hanno cominciato a gridare ”buffoni”, anche all’indirizzo dei loro legali.
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