Una panoramica sugli importi dopo gli aumenti delle pensioni a gennaio. Vediamo nel dettaglio cosa è previsto al momento.
Non c’è dubbio che le pensioni, e di conseguenza i pensionati, stiano vivendo una fase particolare. La riforma complessiva del sistema pensionistico e la tenuta finanziaria dell’INPS, sono alcentro del dibattito politico e nell’opinione pubblica. Una delle questioni sul tavolo tuttavia non è certo una novità, quanto una realtà consolidata.
Il tema degli aumenti delle pensioni, soprattutto di quelle basse, resta infatti all’ordine del giorno e di stringente attualità, con milioni di pensionati alle prese con assegni irrisori. Una situazione che probabilmente in futuro sarà ancora più grave per quanti andranno in pensione dopo carriere lavorative precarie e basse retribuzioni. Comunque, per tornare all’oggi, stanno emergendo in questi giorni le cifre degli aumenti dei trattamenti a gennaio, con le perequazioni sulla base dei tassi di inflazione indicati dall’ISTAT.
Pensioni di gennaio, l’ammontare degli incrementi previsti
Il meccanismo delle perequazioni annuali prevede che le pensioni, e non solo, lo stesso discorso vale per altre prestazioni pubbliche, siano rivalutate con degli aumenti sulla base dei dati dell’Istituto nazionale di statistica. Lo scopo compensare la perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione di previsione.
Gli incrementi di gennaio varranno per tutto il 2025, con riadattamenti nel corso dell’anno, qualora i tassi definitivi siano diversi da quelli previsti. In questo caso ci sono degli arretrati che vengono liquidati ormai da tempo alla fine dell’anno, nel mese di dicembre. Dopo questa breve premessa si può accennare alle pensioni del prossimo gennaio, previste in aumento.
Occorre dire immediatamente che l’incremento dei trattamenti sarà più contenuto rispetto agli ultimi anni. Infatti il tasso di inflazione misurato è solo dell’1,6% (anche se gli aumenti di alcuni prodotti sono stati molto maggiori), nulla a che vedere con il 7,3% del 2023 e il 5,4% del 2024. Va poi considerato un altro aspetto: la rivalutazione completa interesserà solo le pensioni non superiori a 4 volte il trattamento minimo.
Quindi considerando che il trattamento minimo corrisponde oggi a 598,61 euro al mese, la perequazione completa sarà applicata solo per le pensioni lordi non superiori a 2.394,44 euro al mese. Per fare altri esempi più chiari, una pensione di 1.000 euro netti al mese, a gennaio toccherà i 1016 euro al mese. Mentre una di 1.500 euro al mese, arriverà a 1.524 euro. Le pensioni superiori a circa 1.650 euro netti al mese avranno importi aumentati in base agli scaglioni previsti.
La rivalutazione è applicata al 100% fino a 4 volte il trattamento minimo; all’85% per le pensioni fino a 5 volte il trattamento minimo; 53% per le pensioni fino a 6 volte il minimo; il 47% per le pensioni fino a 8 volte; il 37% fino a 10 volte; il 22% oltre 10 volte il minimo.